La Basilica di San Marco è un monumento unico per la ricchezza della sua storia, la maestosità della sua facciata e del suo interno, splendido laboratorio in cui hanno operato per secoli grandi artisti italiani ed europei. Il carattere bizantino che la caratterizza appare soprattutto nei grandi mosaici che narrano le storie di San Marco, ma anche gli episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento.
La grandezza di Venezia si è sempre riflessa nell'arricchimento della Basilica: i veneziani l'hanno abbellita nel corso dei secoli portando dai luoghi più remoti manufatti preziosi ed opere d'arte, creando un monumento di grande compattezza. La luce soffusa che entra in Basilica dall'alto sembra dividere il mondo terreno da quello soprannaturale splendente nelle volte per i suoi dorati mosaici.
Il 31 gennaio dell'anno 828 le reliquie del Santo Patrono Marco, che si trovavano ad Alessandria d'Egitto, vengono avventurosamente traslate a Venezia ed accolte dal Doge Giustiniano Particiaco. In quei tempi le reliquie rappresentano un potente aggregatore sociale ed economico, attirano pellegrini e mercanti. Ogni reliquia è quindi bene accetta e quella di San Marco lo è particolarmente a Venezia, in quanto proprio quel Santo avrebbe evangelizzato le genti venete divenendone Patrono ed emblema sotto forma di leone alato, armato di spada e munito di un libro sul quale, in tempo di pace, si può leggere la frase Pax Tibi Marce Evangelista Meus (Pace a te o Marco mio evangelista); un libro che viene minacciosamente chiuso quando la spada, anziché discriminare il bene dal male, si sporca di sangue guerriero.
La basilica di San Marco vive nel corso della sua storia due importantissimi ruoli: quello di chiesa palatina, cappella del Palazzo Ducale e, dal 1807, quello di Cattedrale della città. Nella prima fase il doge viene eletto in Palazzo Ducale ed è poi presentato alla cittadinanza e pubblicamente proclamato dal pulpito di destra, a lui riservato, in San Marco, quindi esce in piazza e incontra il popolo secondo riti e cerimoniali particolari. Il doge stesso è il primo celebrante della chiesa di San Marco, anche se nelle liturgie questo ruolo viene ricoperto dal "primicerio", il primo dei canonici della Basilica, un ecclesiastico di nomina dogale, con prerogative episcopali, che lo rappresenta. Come chiesa di stato, in San Marco avvengono altre cerimonie ufficiali, come la benedizione dei soldati in partenza per la guerra o la presentazione delle bandiere strappate al nemico. A memoria della "Pace di Venezia", lo storico avvenimento vissuto in chiesa di San Marco nel 1177, sul marmo del pavimento dell'atrio sono incisi i nomi dei protagonisti, le massime autorità dell'Europa: il papa Alessandro III e l'imperatore Federico Barbarossa, promotore il doge di Venezia Sebastiano Ziani. Il vecchio doge Enrico Dandolo riunisce nel 1201 a San Marco i Crociati convenuti da ogni parte dell'Europa in procinto di partire per la Terrasanta, per avere la protezione e l'aiuto divino. Nel 1377 in un momento di gravissimo pericolo, quando i Genovesi alleati di Chioggia premono da vicino la Repubblica, il popolo impone come capo dell'esercito Vettor Pisani e lo conduce a San Marco affinché il doge gli conceda il comando della difesa della città. San Marco è luogo di incontro e di preghiera per i veneziani anche in momenti molto dolorosi, come nel 1576 quando si pronuncia il voto di erigere il tempio al Cristo Redentore o nel 1630 quello alla Vergine per essere liberati dalle terribili pestilenze, ed infine nel 1797 quando Venezia vede la fine della sua indipendenza. San Marco è riferimento anche per i mercanti e i marinai, i quali viaggiando per terra e per mare la arricchiscono con doni preziosi, con marmi e con vari tesori d'arte, tutti con la volontà di contribuire a mantenere grande e ricco questo monumento a testimonianza della grandezza di Venezia. Il 12 maggio 1797 la Serenissima cade sotto i colpi delle truppe napoleoniche. Si apre per la basilica di San Marco una nuova fase. Nel 1807 San Marco diventa sede del Patriarca di Venezia. Per volere dello stesso Napoleone, la cattedrale viene trasferita dall'antica sede di San Pietro di Castello a San Marco che perde la funzione originaria di cappella del doge per diventare così cattedrale cittadina.